Category: Ambiente

L’agro Pontino sul National Geographic

logo del National Geographic

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Gli autori del portale pontiniaweb.it pubblicano un estratto del numero del National Geographic relativo all’Agro Pontino tramite la scansione delle pagine della prestigiosa rivista. Gli articoli a firma di Antonio Pennacchi e del free lance Mimmo Frassineti che ha realizzato anche un interessante reportage fotografico raccontato ed analizzano quella che fu l’epopea della bonificazione pontina con riflessioni sulla nostra contemporaneità e lo stato di quei luoghi.

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L’abitazione primitiva in agro pontino: la lestra

Lestra

Lestra

Sebbene lungo la via Appia mausolei, ruderi ed edifici più recenti risalenti all’800 testimoniano l’insediamento dell’uomo nel tratto del decennovio cioè quel tratto della regina viarum che da foro Appio si estende fino a Mesa di Pontinia e quindi a ridosso di Terracina, per rimanere nell’ambito dell’attuale territorio del comune di Pontinia, da questo rettifilo vero sul mare per decine di chilometri quadrati di superficie, non vi era un solo casolare, non vi erano tracce di insediamenti stabili della presenza dell’Uomo.

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Con i pittori nelle paludi pontine #2

La seconda puntata di questa inedita raccolta di materiale, non solo in Rete, degli autori del portale pontiniaweb mira a far conoscere il territorio dove sorge Pontinia attraverso la lente dei pittori che nei secoli hanno tratteggiato ed immortalato nelle diverse stagioni non solo lo stato di quei luoghi affascinanti e selvaggi ma soprattutto hanno catturato le emozioni che questi esrpimevano alla sensibilità dell’artista. Non solo poeti e romanzieri dunque ma anche molti pittori. Di seguito analizziamo le “Paludi Pontine” di Achille Vertunni tratto dalla sezione

Arte del portale sapere.it.

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Le paludi pontine: poesia e citazioni

Aleardo Aleardi nel canto “Monte Circello” cita le paludi pontine restituendone una forte immagine poetica. Le Paludi Pontine compongono buona parte dell’Agro Romano; lunghe circa trenta miglia da Cisterna a Terracina; larghe meglio che venticinque da Sezza (Sezze) a Monte Circello (promontorio del Circeo), Secondo Plinio, ivi erano ventitrè città, oltre a innumerevoli ville. Ora la “mal’aria” tiene spopolata quella vasta pianura, la quale in molte parti è feracissima. I soli Sabini e gli Abruzzesi, sfidandone le febbri mortali, ardiscono scendere dai loro rnonti per guadagnarsi un pane colà al tempo della mietitura. La miserabile condizione di que’ mietitori è dipinta energicamente dalla risposta, che mentre io ero a Terracina, mi dicevan data a un viaggiatore. «Come si vive costì?» chiese questi passando. A cui l’Abruzzese: «Signore, si muore.»

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Le risorse della palude pre-bonifica

Lo sfruttamento delle risorse della palude e delle genti appartenenti alle comunità lepine ma – soprattutto – provenienti dalla ciociaria, dall’Abruzzo e dal nord della Campania, davano origine a fenomeni migratori stagionali nei periodi autunnali, invernali e primaverili. La palude, in queste stagioni, vedeva un incremento della presenza umana in quanto le condizioni erano favorevoli alla pratica di diverse attività (vedi riquadro nella pagina) complementari a quelle svolte nelle terre d’orgine. Alla vigilia della stagione estiva quando la zanzara anofele (portatrice della malaria) aveva il suo massimo sviluppo, la palude, tormentata dagli insetti ed attanagliata nella morsa del caldo umido tipico di queste zone, si spopolava nuovamente. Pertanto pochi erano gli abitanti che stabilmente popolavano qeste zone rassegnati a vivere nella miseria  e nell’isolamento dalla civiltà, abitavano in capanne di giunghi c.d. lestre (vedi riquadro nella pagina) talvolta raggruppate in piccoli agglomerati.

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