Chiesa

Pontinia (LT): particoalre del campanile della Chiesa S. Anna

Pontinia (LT): particoalre del campanile della Chiesa S. Anna

La chiesa intitolata a S. Anna finita di costruire dopo l’inaugurazione della città (18 dicembre 1935) e’ l’unica, tra quelle delle altre città di fondazione dell’agro pontino, ad avere il campanile in posizione centrale interamente rivestito di travertino bianco. Il campanile e la forma della facciata della chiesa rievocano le canne di un organo.

La scelta della patrona risale al culto verso S. Anna molto radicato nel ferrarese da dove proveniva la maggior parte dei coloni. Lungo il campanile, la torre più alta di Pontinia, sono impressi i simboli dei quattro Evangelisti: Matteo, l’uomo/angelo; Marco, il leone; Luca, il bue; Giovanni, l’aquila.

Il volto della statua di S. Anna, posto sulla facciata, sembrerebbe avere le fattezze del viso di Benito Mussolini, analogamente ad un soggetto del mosaico della chiesa di Sabaudia.

l piano regolatore della città di Pontinia, analogamente a quello di Sabaudia, pone la Chiesa al fianco della Casa Comunale. Infatti i due edifici più significativi e rappresentativi di Pontinia sono vicini tra loro collegati da una via che raccorda due piazze, le uniche del centro abitato. Il visitatore “..inoltrandosi per questa strada, resta colpito dal bianco caratteristico campanile che fa corpo unico con la chiesa di S. Anna. Invitato, poi, dalla sua originalità si avvicina istintivamente per prendere coscienza diretta di questo unico monumento della città” [padre Silvio Buffoli Dalla palude …a Pontinia – op. cit.].

La struttura architettonica della Chiesa

“A chi volesse giudicare in chiave polemica e politica l’architettura della chiesa di S. Anna si potrebbe facilmente fare un discorso critico sull’argomento, che deve partire da giudizi spassionati ed obiettivi. So che oggi si propende a sostenere che azione e pensiero sono simultanei e, viceversa, che l’arte non è intuizione del sentimento, ed altri simili…..meraviglie; ma è certo che nel nostro caso la cosiddetta “architettura del Regime” c’entra tanto poco quanto niente. E lo dimostrerò subito.
La costruzione del tempio e degli edifici annessi, pur amalgamandosi con l’insieme delle adiacenze edilizie della piazza in cui sorge, sintonizzando con la rimanente parte della città, se ne discosta ampiamente per talune evidentissime, peculiari ed originali caratteristiche, rivelatrici del genio dell’artista. Prima di tutto la sua collocazione urbanistica, la mole e persino il colore dell’insieme, guidano, con quel loro snello “sky-line”, il percorso di chi si dirige verso la piazza. L’ingresso di Pontinia dalla via Appia fruisce quindi di una specie di punto d’orientamento che, pur essendo visibilmente centrato, non appare né scenografico né artefatto.
La bianca mole della chiesa col suo campanile incastonato nella facciata, la concezione del progetto, l’insieme lineare e luminoso delle strutture levigate, per niente massicce e romane, conferiscono austerità e semplicità schematica, rigore concettuale e artistico ad uno dei più insigni monumenti che nell’Agro Pontino siano stati mai elevati al “Signore Ottimo Massimo”.
L’incorporazione del campanile nella facciata del tempio risulta riuscitissima per lo slancio che imprime al calcestruzzo di cui il tutto è fatto, infondendo un’aria di mistica elevazione a chi lo guarda senza preconcetti e con occhio da intenditore. Il gioco pittorico di luci ed ombre , di vuoti e pieni, di colori pallidi e di colori bigi, rimanda certo ai tempi di quarant’anni fa, ma sembra riempire l’animo di speranza e di amore. Persino i simboli dei quattro Evangelisti inseriti nella verticale centrale creano punti di riferimento e di riflessione per lo sguardo, così che la “verticalitas spatii” non può sfuggire alle esigenze di un’estetica già cara ai tempi più lontani. I due finestroni ciechi che punteggiano le ali laterali delle facciate conferiscono una nota meno austera dell’insieme prospettico.
Qualcuno parla di condizionamenti che l’opera ha subito, ma io penso che nonostante i pseudo- condizionamenti, essa riesce ad esprimere, nella vastità del paesaggio in cui è collocata un’altra tensione ideale, lo slancio di un misticismo che quarant’anni fà era invano trattenuto dall’avanzante progresso tecnico.
Il campanile à bellissimo, è originale: tutti lo hanno sempre ammirato e tuttora lo ammirano.
La facciata con il campanile è rivestita di lastre di travertino di un metro quadro circa e di 30 cm. di spessore. Queste furono trasportate con paranchi e rulli fino ad avvicinarle ai due tiri che lavoravano contemporaneamente. La facciata del campanile porta le immagini dei simboli dei quattro Evangelisti: Matteo, l’angelo; Marco, il leone; Luca, il bue; Giovanni, l’aquila.
Il campanile è alto 50 metri circa, la Croce che lo sovrasta misura m. 3,75. Le campane della Chiesa ebbero un nome: S. Anna, la maggiore; S. Antonio, la mediana; S. Francesco, la più piccola. Pesavano complessivamente q. 19. Recavano queste scritte: < Fon. Nicola Giustozzi, Trani – Arch. O. Frezzotti, regnando Vittorio Emanuele III; Duce Benito Mussolini>. Ognuna aveva tre stemmi: quello dell’ O.N.C.; della Casa Savoia e di Pontinia; in più un’immagine del Santo a cui erano dedicate. Queste campane furono portate a Pontinia nella prima quindicina del mese di novembre del 1936. E’ un fatto che le campane erano restate a terra per molto tempo. Poi Mons. Navarra, una domenica, alla presenza del popolo e di molte autorità convenute, le aveva benedette e la Ditta Tarantelli le collocò al loro posto. E dal modo con cui furono collocate si può dedurre che dovevano suonare a carillon. I finestroni infatti si aprono solo lungo i lati del campanile: tre a destra e tre a sinistra di chi lo guarda dal basso, uno sopra l’altro. Comunque le tre campane suonarono sempre a corda. Ancora oggi, per quante indagini io abbia fatto, non sono riuscito a spiegare perché queste campane fossero rimaste poco tempo nella loro sede naturale. In effetti ho trovato un’ordinanza prefettizia che ingiunge all’allora parroco don Orlando di sospendere il suono delle campane perché < costituisce pubblico pericolo>. [padre Silvio Buffoli Dalla palude …a Pontinia – op. cit.].

Interno della chiesa di S. Anna

chiesa-03.jpgIl progetto della città e della Chiesa porta la firma dell’arch. Oriolo Frezzotti. Lo stesso architetto firmò il progetto e i disegni dell’altare maggiore, dei mobili in legno del tempio e della sacrestia, della statua del Redentore, della statua di S. Anna, collocata sulla facciata della Chiesa; della campana del comune oltre che delle tre prime campane della Chiesa stessa. Il soffitto è armato in travetti di castagno 8 x 8 e trattato con catramino messa in opera con rete bagnata di zinco. Il soffitto, “a camera a canne” è sospeso a capriate in cemento armato. La struttura risulta ad un tempo solidamente massiccia e snella, come si conviene al tempio del Signore, il quale non serve solamente alle assemblee ecclesiali, ma soprattutto alla preghiera dinanzi alla Mensa Eucaristica, e deve sfidare i secoli.
Sono tre le porte d’ingresso della Chiesa, ma la navata è unica; la sua struttura portante è in pilastri di mattoni a vista. A destra è collocata la cappella dell’ Addolorata, a sinistra il Battistero. Si accede al Battistero scendendo tre scalini. Il pavimento è formato di marmo nero chiamato “ Sienite di Parma”. Il catino per l’acqua battesimale è sostenuto da una colonnina formata da pezzi di marmo di vario tipo. Sopra la vasca si innalza un quadrilatero con supporti di marmo bianco. Nel riquadro è stata ricavata una custodia per gli oli santi. Sulla parte più alta del battistero è stata recentemente collocata la statua del Redentore, che si trovava sull’altare maggiore. Il pavimento della Chiesa è formato da una grande striscia di marmo rosso di Verona affiancato da due striscie di marmo bianco di Carrara. I lati della pavimentazione sono limitati da sette riquadri formati di mattoni posti a spina di pesce e divisi da sei striscie di marmo di Carrara.
Al presbiterio si accede mediante tre gradini di rosso di Verona e marmo di Carrara. Il  presbiterio, prima della riforma liturgica, era delimitato da balaustre di marmo di Carrara con riquadri di rosso di Verona. L’altare maggiore è sito sopra tre gradini dello stesso marmo, mentre la mense ed i montanti sono di marmo verde di Polcevera; i montanti della mensa sono di marmo di Verona. Il frontale, sotto l’altare, è fatto di marmo apuano detto Bardiglio. Di marmo statuario veneto è fatto il grande Ciborio (Tabernacolo) e la custodia per l’ Ostensorio e la Croce. Sempre in marmo di Carrara sono costruite le sei colonne decrescenti parallele al rettangolo centrale portante ciascuna una ciotola per la candela. Caratteristiche sono le decrescenti riquadrature interne di marmo di Bardiglio. [padre Silvio Buffoli Dalla palude …a Pontinia – op. cit.].

Facciata

Sulla facciata della Chiesa di Pontinia furono ricavate tre nicchie ornamentali, proprio sulle tre porte d’ingresso dopo la gradinata. Le due nicchie laterali sono rimaste vuote. Secondo il progetto, in verità, le nicchie erano previste vuote, ma ragioni estetiche vorrebbero una correzione al progetto. Comunque non si è riusciti mai a sapere la ragione di questo vuoto. Nella nicchia centrale fu collocato un gruppo in travertino con l’immagine di S. Anna che tiene al fianco la Figlia, Maria Vergine. Il gruppo marmoreo, quando la facciata fu completata col parziale rivestimento di lastre di travertino, non fu subito collocato dove attualmente si trova con le altre immagini dei simboli degli Evangelisti, ma qualche anno dopo.
Verso la metà del mese di dicembre, quando già era stato stabilito che il giorno 18 Mussolini avrebbe inaugurato il Comune, sulla facciata del campanile era ancora rimasta tutta l’impalcatura di legno. Per accelerare i preparativi, a mezzogiorno, quando gli operai erano assenti per la colazione, un camion si avvicinò al castello dell’impalcatura di legno. Furono legati al camion e al legno delle robuste gomene e riacceso il motore, si trascinarono via tavole, pali, sostegni e il resto, col conseguente crollo di tutta l’incastellatura. Volarono pezzi di legno in tutte le direzioni, ma per fortuna non ci fu nessun danno e in poche ore la facciata della chiesa fu liberata da ogni cosa e i preparativi per la seconda giornata poterono procedere più spediti. [padre Silvio Buffoli Dalla palude …a Pontinia – op. cit.].

Restauro

chiesa-02.jpgL’interno, sottoposto ad un’opera di restauro compiutosi nel 1996, presenta sei nicchie laterali, in quattro delle quali sono stati realizzati quattro mosaici dal maestro Ranocchi.
La prima nicchia a sinistra dell’altare maggiore ospita il Tabernacolo ed il primo mosaico che rappresenta la discesa dello Spirito Santo. Il secondo mosaico realizzato è stato quello che si trova nella prima nicchia a destra dell’altare, dedicato alla Patrona s.Anna e che presenta sullo sfondo i due monumenti più significativi di Pontinia: la Chiesa ed il Palazzo Municipale. Il terzo mosaico, nella seconda nicchia a sinistra dell’altare, è dedicato a Maria Vergine. Il quarto, nella seconda nicchia a destra dell’altare, ultima realizzazione, è dedicato alla Sacra Famiglia, ricordata in una scultura in terracotta incastonata nel mosaico stesso e sempre realizzata dal maestro Ranocchi.
Le vetrate, sia laterali che centrali, rappresentano tutte, attraverso colori vivi e suggestivi, delle immagini tratte dalla Bibbia. Infine il presbiterio, recentemente restaurato ed adattato alle regole ecclesiastiche in vigore, presenta a destra la Fonte Battesimale in marmo bianco, a sinistra il Leggio e dal centro l’altare maggiore anch’esso in marmo bianco e conservato intatto durante l’opera di restauro [tratto dalla guida turistica della città, 2000 – PRO-LOCO]

La Patrona

“Non fu facile concordare il titolare della Parrocchia di Pontinia. In questa circostanza esplosero il campanilismo e lo spirito discorde che animarono sempre più gli immigrati dell’ Agro. I ferraresi propendevano per S. Francesco, ma anche per S. Anna, molto venerata in Romagna. Veneti e Rovigotti propendevano invece per S. Antonio. Ce n’era abbastanza perché esplodesse qualche polemica dato che taluni cristiani della zona ritenevano ( e ritengono) che la religione serva persino a dividere gli uomini e non invece ad unirli. La spuntarono i ferraresi e scelsero una patrona: S. Anna. Per tramite della Direzione dell’ O.N.C. fu espresso il desiderio della popolazione al Vescovo di Terracina Mons. Pio Leonardo Navarra, che il I° agosto del 1937, eresse la nuova parrocchia di Pontinia col titolo di S. Anna” [padre Silvio Buffoli, Dalla palude a… Pontinia – op. cit.].

Secondo la tradizione, Anna era figlia di Achar e sorella di Esmeria, madre di santa Elisabetta e nonna del Battista. Prima delle sue nozze con Gioacchino, Anna era stata sposata due volte: dalla sua prima unione era nata Maria, moglie di Cleofa e madre di Giacomo il Minore; dalla seconda Maria Salomè, moglie di Zebedeo e madre degli apostoli Giacomo il Maggiore e Giovanni. Il suo matrimonio con Gioacchino, uomo virtuoso e molto ricco della tribù di Giuda e della stirpe di Davide, non produsse prole, anche dopo venti anni, a causa della sterilità del marito: umiliato pubblicamente (un uomo di nome Reuben gli aveva impedito di sacrificare al tempio per non aver dato figli a Israele), Gioacchino si ritirò nel deserto, tra i pastori. Mentre erano separati, un angelo sarebbe apparso ad Anna e le avrebbe annunciato l’imminente concepimento di un figlio: lo stesso angelo sarebbe apparso contemporaneamente in sogno anche a Gioacchino. I due si incontrarono alla porta aurea di Gerusalemme: gli autori medievali vedono nel loro casto bacio il momento dell’Immacolata concezione di Maria.

Link utili

http://www.santannapontinia.it/

Comments

Posted On
Dic 18, 2009
Posted By
Antonio Rossi

Alcune testimonianze verbali tramandano un episodio, raccontato anche da padre Silvio Buffoli, secondo il quale all’indomani dell’inaugurazione di Pontinia, il campanile della chiesa fosse ancora ricoperto delle impalcature. Lo smantellamento del ponteggio avrebbe richiesto notevole tempo, considerando anche il fatto che dovevano essere ancora posati gli ultimi gradini. Pertanto furono calate delle funi vincolate all’impalcatura e tramite trattori, camion, e anche animali da tiro l’impalcatura fu fatta crollare ed i resti spianati e ricoperti con terra e pietrame in maniera tale che tutto fosse pronto per la cerimonia. Tuttavia alcuni lavori di costruzione della città di Pontinia continuarono anche dopo la sua inaugurazione. Questo episodio trmandato non trova tuttavia fondamento in alcune fotogrfie scattate soprattutto dalla stampa estera, che nel giorno dell’inaugurazione ritraggono piazza Indipendenza, già del Re, dove siullo sfondo si vede distintamente il campanile della Chiesa ancora in costrzione come pure tutto il primo piano dei Palazzi INA che abbracciano p.zza Indiependenza.

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