da LA STAMPA del 19 dicembre 1934 – numero 301 – pagina 1

prima pagina della Stampa

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Pontiniaweb propone una selezione di articoli tratti dall’archivio storico del quotidiano “L A STAMPA” relativi alla fondazione di Pontinia. La raccolta in predicato  aumenta la documentazione già raccolta dal portale pontiniaweb e donata in originale al Museo Agro Pontino (MAP)  e si aggiunge a quella disponibile digitalmente sul portale. Una (ri)lettura della stampa dell’epoca per comprendere le circostanze, le pulsioni che animavano quel periodo e di come la propaganda avesse annichilito qualsiasi voce di critica contraria al regime. Un salto nel tempo per vivere in differita la nascita di Pontinia.

“Le fondazioni di nuove città, di nuove Provincie, di nuovi centri di vita, come ha fatto e fa meravigliosamente il Duce, sono fra i più chiari e significativi sintomi della nostra potente rinascita nazionale. Il popolo italiano sente tutta la grandiosità di quest’azione, e si esalta nel genio di Mussolini. è’ Il terzo centro dell’Agro Pontino è nato stamane con la posa della prima pietra.
Pontinia è destinata ad essere un centro schiettamente rurale. La sua piazza futura è indicata da un largo quadrato. Da un lato si è scavato il posto in cui sarà calata la prima pietra, un gran masso quadrato, che .reca incisa la data: Pontinia -19 Decembre XHL Accanto s’innalza l’antenna della bandiera e vicino sorge una grande tribuna tutta decorata con fasci e bandiere. Tutto intorno spiccano i segni indicanti i tracciati delle vie e delle piazze. La via principale sarà intitolata a Re Vittorio Emanuele III, e sarà tagliata in linea retta dal Viale dèi Duce. Un’altra via sarà intitolata al XXVIII Ottobre ed altre porteranno i nomi di tutti coloro che tentarono nel passato la grande opera di bonifica e di coloro che ora l’hanno voluta e realizzata.

Pontinia sarà rinserrata per due lati tra il canale Striscia a nord est il fiume Sisto a sud-ovest; per gli\ altri due lati le faranno da limite le due strade Migliara che nel tratto abitato si chiameranno via Littoria e via Sabaudia, appunto perchè adducono a questi due centri. Il Duce iersera, terminate le cerimonie che hanno iniziato la vita della 93 Provincia, ha voluto restare a Littoria, prendendo alloggio nel Palazzo del Governo. Egli si è alzato presto stamane e si è messo tosto al lavoro. Gli abitanti dell’Agro Pontino, che, gente rurale, si alzano presto al mattino, hanno incominciato ad affluire in gruppi sempre più folti sulla piazza, nella speranza di vedere ancora Mussolini, e il loro desiderio è stato più tardi appagato. Poco dopo le ore 9 il Capo del Governo è uscito dal Palazzo della Prefettura, atteso sulla piazza dal Segretario del Partito, da S. E. Ciano, dal Ministro dell’Agricoltura e Foreste, dal Capo di Stato Maggiore della Milizia,’ dal Commissario alla Bonifica, dal Commissario all’Emigrazione interna, e da altre autorità. Una vibrante acclamazione è stato . il « buon giorno » di Littoria al Capo del Governo. II.Duce è salito tosto in automobile, e, seguito dalle macchine recanti le Gerarchie, si è avviato anzitutto a visitare i grandi impianti di caria lizzazione e di sollevamento delle acque lungo la Via Appia, destinati a impedire che le acque possano infiltrarsi nei terreni bonificati. Si tratta di un’opera grandiosa, veramente degria di quanto si sta facendo nell’Agro Pontino.

Il Duce e giunto quando sul terreno antistante erano già schierate alcune migliaia di agricoltori. Centinaia e centinaia di operai, in perfetto assetto di lavoro, hanno salutato il Duce, improvvisando una calorosissima manifestazione. Erano le vittoriose milizie del lavoro che salutavano il loro Capo. Il Duce, accompagnato dal senatore Prampolini, Commissario alla bonifica, e seguito dai Gerarchi, ha visitato l’impianto, assumendo informazioni, dettando suggerimenti e impartendo direttive sul lavoro che ancora deve essere svolto. Poi, sempre fra incessanti acclamazioni, il Capo del Governo ha percorso il fronte dello schieramento Mentre il Capo del Governo passava così per le strade della nuova terra, salutato dalle famiglie dei coloni schierate dinanzi alle proprie case, da tutta la zona dell’Agro i coloni colle loro famiglie, le rappresentanze delle organizzazioni fasciste, gerarchi ed altre autorità si portavano, verso la località dove doveva aver luogo la posa della prima pietra di Pontinia. Qui, in attesa dell’arrivo del Duce, si è formato un ampio schieramento di forze fasciste. Uno spazio è tenuto sgombro da un battaglione di Giovani Fascisti in armi, e pei sono allineati i coloni combattenti, le rappresentanze fasciste di Littoria e degli altri paesi della zona. I dipendenti dell’Opera Nazionale Combattenti, col loro gagliardetto, sono schierati dietro al punto nel quale avrà luogo la fondazione. Presso una rustica casetta, nella quale sono raccolti i plastici e i progetti dei nuovi edifìci del Comune rurale, sono giunti il vescovo di Terracina, mons. Navarra, e alcuni cappellani militari. A colloquio con i rurali Tutte le case coloniche dei dintorni sono imbandierate e decorate con festoni di verde. Continuano a giungere dalle varie strade nùmero se automobili e la folla rurale convenuta da tutti i paesi si fa di momento in momento più fitta. Frattanto il Duce ha voluto fermarsi presso una casa colonica, interrogando i contadini sull’andamento dei loro lavori. Anche più oltre, il Duce si è nuovamente soffermato, per rendersi conto del progresso di alcuni lavori di canalizzazione. Passano intanto nel cielo alcuni aeroplani, mentre tutti gli sguardi della folla in attesa sono rivolti verso il punto dal quale dovrà giungere la colonna delle automobili che reca il Duce e le gerarchie. Presso la gran pietra quadrata che porta incisi la data e il nome del nuovo Comune, è stato posto un tavolo coperto dalla bandiera tricolore, e su di esso sono collocati un astuccio e la pergamena che saranno murati nella prima pietra di Pontinia. Nella pergamena’, decorata ‘con motivi rurali e guerrieri, sono scritte parole esaltanti l’opera di redenzione dell’Agro Pontino e le fatiche dei lavoratori e dei combattenti. Un magnifico sole ha ora disperso la nuvolaglia, quasi a recare il suo saluto augurale all’atto di nascita del uovo centro. Sono le 11,30, ora per la quale era stata stabilita la cerimonia-, ma si apprende che essa dovrà essere un pò-‘ ritardata, avendo il Duce voluto’ fare ancora qualche sosta. La fanfara rurale dei Fasci giovanili di Littoria suona marcie bersaglieresche. Giungono il presidente dell’Associazione Mutilati, Carlo Del.Croix e il Sottosegretario alla Guerra, ge~ nerale Baistrocchi. Sono pure presenti i presidenti delle grandi organizzazioni economiche e sindacali e i dirigenti delle organizzazioni dei lavoratori, tutti i Gerarchi del Fa¬ scismo della nuova Provincia et Podestà di tutti i Comuni. Alle 14,45 spunta lontano sulla via Appia la colonna di macchine di cui è a capo quella del Duce. Ed ecco, Egli giunge. I reparti fascisti presentano le armi, la fanfara intona « Giovinezza ».

Il Capo del Governo, accompagnato dà Starace, S. E. Ciano e il Commissario dell’Agro Pontino, scénde dall’automobile e passa in rivista lo schieramento fascista. Il cannone inizia le salve d’onore. Il Duce si reca nella casetta rustica per osservare i bozzetti dei vari edifici.  Quando Egli esce scoppia un’acclamazione irrefrenabile, che si prolunga per qualche minuto. Il Duce si dirige verso il luogo della fondazione. Il Vescovo mons. Navarra procede .al rito religioso, compiuto il quale pronuncia il seguente discorso: « Duce ! Voi avete detto : « questo ventesimo » è il secolo’ della, potenza e della gloria del lavoro. Lo avete detto e lo dimostrate continuamente con opere che resteranno immortali. «L’impresa titanica della bonificazione di questa regione, per tanti secoli focolaio di malattia e di morte, la fondazione delle due città di Littoria e Sabaudia, sorte là ove un tempo non erano che povere paludi, e di Pontinia, .della quale abbiamo avuto l’onore, come del resto per le altre due, di benedire la pietra fondamentale, -e che per volontà Vostra sorgerà eguale alle due sorelle, e precisamente la ‘proclamazione della Provincia di Littoria, gemma fùlgidissima del Vostro Governo, Vi hanno guadagnato la gratitudine sincera di tutta l’Italia e l’ammirazione del mondo. «Duce! Nella mia qualità di Vescovo di Terracina, Sezze e Priverna, tutte e tre racchiuse entro il tacci torio della .nuova. Provincia, sento il dovere di ringraziarvi anche in nome dèi miei- diocesani per la Vostra opera. Voi ne avete triplicato il numero e noi vogliamo dirVi che Vi amiamo perchè lo meritate e per la Vostra opera di beneficenza, e preghiamo che Dio Vi protegga e Vi aiuti nelle quotidiane fatiche e Vi mantenga lungamente al nostro affetto. « Saluto al Ducè!’». Porlo ora il Capo del Governo. Il Duce annunzia con voce alta e maschia che il Comune di Pontinia sarà inaugurato il 27 ottobre dell’Anno XIII, che nello stesso – giorno saranno poste le fondazioni del quarto Comune che si chiamerà Ausonia e che ad un anno di distanza sarà fondato il quinto Comune, che si chiamerà Aprilia. Le parole del Capo del Governo suscitano nuove e più alte acclamazioni. Un’ovazione accoglie le parole del prelato. Il tricolore sale ora sull’alta antenna, la fanfara suona Giovinezza. Il Duce si fa avanti verso il tavolo e firma la pergamena. Con lui firmano il Vescovo, il Segretario del Partito e il Commissario dell’Opera Combattenti. Ora il Duce pone la pergamena nell’astuccio, che colloca nel foro quadrato fatto nella pietra, insieme ad alcune monete e a medaglie di Littoria e Sabaudia. Introdotto il cilindro nel quadrato un colono porge al Duce la calce e un Giovane Fascista la cazzuola. La chiusura è fatta nel centro della pietra. : Il Duce passa poi tra la folla che lo acclama, e si dirige verso la sua automobile, salutato da tre squilli di tromba. Accompagnato da altre ovazioni, il Duce lascia la zona di Pontinia Questa fondazione di un’altra città nell’Agro redento dal Fascismo resterà nel cuore e nell’anima di chi ha avuto la suprema gioia di assistervi: il rito non sarà mai cancellato dal ricordo di chi ha avuto il meraviglioso premio di esserne testimone e di chi lo ha vissuto con ardente passione”.

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