Il borgo dimenticato

Cartello commemorativo Borgo Pausbio

In queste ultime settimane sui media locali, sul web ed i social network si è fatto un gran parlare dell’ampliamento del centro urbano di Pontinia avvertito dalla popolazione unicamente dal posizionamento della nuova segnaletica stradale. Subito sono arrivate le proteste da parte di alcuni residenti di borgo Pasubio che, a loro dire, si sono sentiti improvvisamente privati della loro identità civica e storica essendo stati inglobati ormai definitivamente ed anche formalmente dentro le ideali nuove mura di Pontinia. Polemica subito cavalcata da alcuni consiglieri di opposizione che hanno infine proposto ed ottenuto l’installazione di un cartello commemorativo del borgo fagocitato dall’espansione del centro urbano di Pontinia.

Questi i fatti che ad una più attenta riflessione sono conseguenza di una forte miopia culturale e storica. Vale la pena ricordare, come chiaramente dimostrato nella fotografia seguente, che il centro urbano di Pontinia, prima del recente ampliamento della perimetrazione, già iniziava da borgo Pasubio dove lo stesso, per altro, non veniva neanche citato nella cartellonistica senza che nessuno se ne fosse mai accorto prima di oggi oppure se ne fosse in qualche modo preoccupato più di tanto! Poi quando sono stati spostati i cartelli di qualche centinaio di metri più avanti apriti cielo e giù proseliti!

Segnale stradale ingresso borgo Pasubio prima dell'ampliamento della perimetrazione

Questioni di miopia, dicevamo, che affondano le radici anche più indietro nel tempo. Vorremmo dire agli abitanti indignati di borgo Pasubio dove erano quando magari loro stessi si sono resi autori della distruzione dell’identità del borgo che tanto rivendicano alterando l’architettura, modificandone i connotati che lo caratterizzavano. Pontiniaweb propone una comparazione tra la foto che ritrae il borgo nella sua forma originaria e lo stato attuale. Quali e dove sono i tratti caratteristici che si sono conservati e riescono ancora oggi a suggerirci la vera natura del borgo? Riuscite a riconoscere magazzini, poderi, dormitori, sedi amministrative delle aziende agricole?

Foto d'epoca di Borgo Pausbio

Stato attuale borgo Pasubio (2012)

Una sola scoria di quell’originario agglomerato è giunta intatta fino a noi, facilmente riconoscibile per via di quella sorta di torretta che timidamente si erge quasi a simbolo del borgo più che dimenticato sepolto vivo dalla speculazione e dalla scarsa cultura ed attenzione al paesaggio, anche architettonico, del nostro territorio. Oggi riusciamo appena ad intravedere i tetti a falde di due stalle e l’arcata del magazzino, per il resto tabula rasa con costruzioni edificate a partire da quelle preesistenti riconvertite ad usi e gusti ben diversi il cui giudizio lasciamo alla sensibilità di ognuno di voi tra com’era e com’è borgo Pausbio.

 

Una polemica, dunque, tardiva e dicevamo miope cui il cartello pone rimedio almeno sul piano formale. Ricordiamo come Pontiniaweb,  qualche anno addietro, ha realizzato dei pannelli informativi dotati di tecnologia QR-CODE di cui uno posto nell’androne della scuola di borgo Pasubio che ricorda a genitori ed alunni com’era il luogo che oggi frequentano e qual’era la sua missione venuta meno con la fondazione proprio di Pontinia che già allora ne aveva condannato l’inevitabile fine come conglomerato dotato di una certa indipendenza ed identità attesa la vicinanza con la terza città dell’agro pontino che avrebbe finito per inghiottirlo nella sua prevedibile espansione.

Eppure sempre a proposito di segnaletica stradale borgo Pasubio si era preso una notevole rivincita su Pontinia: percorrendo la s.s. 148, altrimenti detta pontina e nel tratto tra Latina e Sabaudia nota anche come mediana, poco prima della rotonda della migliara 47 l’imponente segnaletica stradale indicava chiaramente soltanto la località borgo Pasubio e, incomprensibilmente, non il suo carnefice Pontinia come mostrato nella foto che segue. Da qualche mese anche tale segnaletica sulla principale arteria stradale della regione è stata corretta cancellando il borgo anche fuori dal proprio comune.

Segnaletica stradale indicante b.go Pasubio sulla SS148

Ci preme ricordare, inoltre, che la conseguenza della sparizione di borgo Pasubio è strettamente in relazione con la fondazione di Pontinia ed il relativo collocamento del centro urbano fortemente decentrato rispetto al territorio su cui insiste, posizionata tutta a ridosso del confine con il comune di Sabaudia lungo il fiume Sisto in prossimità,dunque, di borgo Pasubio.

L’unica via di salvezza per il povero borgo Pasubio era che l’ingresso a Pontinia avvenisse non tramite lo stesso borgo, che oggi funge quasi da porta ma, invece, attraverso il prolungamento di via del Re, oggi viale Italia, come previsto dall’originario piano regolatore. Il viale avrebbe dovuto intersecare la migliara 47 divenendo l’asse principale di accesso alla città che conduceva direttamente al comune insieme a quello attuale di viale Cavour la cui direttrice conduce invece alla Chieda.

Ma così  non fu per le sanzioni inflitte all’Italia nel periodo di fondazione, la ristrettezza economica precedente e conseguente la seconda guerra mondiale e, ancora una volta, la miopia degli amministratori che si sono susseguiti almeno fino agli anni 60 quando ormai il danno era fatto. Pontinia, diversamente dalle sorelle sorte in agro pontino ed in generale dallo pianta di ogni città, non vanta un viale principale di accesso al centro urbano.

Tale singolare circostanza ha contribuito a rendere ancora più inesorabile la fine del povero borgo Pasubio. E’ noto, infatti, che l’espansione cittadina segue spesso il flusso delle vie di accesso alla stessa: ed infatti la direttrice su cui sorge Pontinia costituisce la principale via di accesso a Pontinia ed ecco spiegata, almeno in parte, la seconda ragione del progressivo inurbamento del borgo.

Oggi l’occasione dello spostamento del centro urbano è stata propizia per ridestare coscienze e conoscenze da troppo tempo sopite che coem abbiamo dimostrato evidenziano il torpore di cui sono preda i cittadini di Pontinia e l’installazione del cartello commemorativo ci sembra più una lapide il cui necrologio potrebbe essere:

“qui giace borgo Pasubio votato a servire la natura agricola del territorio redento, coltivando l’ambizione di essere frazione di Pontinia quando prima ancora di essere fagocitato da questa, le sue spoglie già riposavano sepolte dall’indifferenza dei suoi stessi abitanti, dalle speculazioni e dalla scarsa cultura di questo territorio; qui dove tutto è dato e niente è dovuto gli abitanti di Pontinia e Borgo Pasubio posero a memoria dello scempio compiuto come monito alle generazioni future di cosa non fare per distruggere, alterare e rendere brutta la nostra città con operazioni e regolamenti inefficaci nell’esplicitare la vera natura del territorio che ben si presterebbe ad altro tipo di sviluppo architettonico e di intendere e vivera una città”

Quante cose si possono nascondere dietro un semplice cartello. Suggeriamo, a tal proposito, la lettura di un’altro articolo sulla toponomastica ed una iniziativa proposta da Pontiniaweb per aumentare la consapevolezza e la conoscenza del nostro territorio.

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Apr 18, 2012
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Luigi Veca

come distruggere la nostra storia: istruzioni per l’uso!

Nel 2008 tra le 28 osservazioni tecniche relative al PTPR indicai insieme alla Rete dei Cittadini anche l’ex podere ONC “ospedaletto veterinario” ulteriori edifici ubicati sul territorio comunale della stessa epoca, altri antecedenti alla bonifica integrale del 1930, addirittura un edificio adibito al culto risalente al 1779, non sono catalogati né indicati sulla cartografia quindi non sottoposti alla tutela e conservazione secondo norme del Codice dei Beni D.Lgs 42/2004 e Piano Territoriale Paesistico Regionale.

Per chi non conoscesse i principi, strategie e finalità del PTPR ecco qui una sintesi:

Il PTPR intende per paesaggio le parti del territorio i cui caratteri distintivi derivano dalla natura, della storia umana o dalle reciproche interrelazioni nelle quali la tutela e valorizzazione del paesaggio salvaguardano i valori che esso esprime quali manifestazioni identitarie percepibili come indicato nell’art. 131 del Codice dei Beni D.Lgs 42/2004.

Il PTPR assume altresì come riferimento la definizione di “Paesaggio” contenuta nella Convenzione Europea del Paesaggio in base alla quale esso designa una determinata parte del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni.

Il paesaggio è la parte del territorio che comprende l’insieme dei beni costituenti l’identità della comunità locale sotto il profilo storico-culturale e geografico-naturale garantendone la permanenza e il riconoscimento.

Il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale è lo strumento di pianificazione attraverso cui, nel Lazio, la Pubblica Amministrazione disciplina le modalità di governo del paesaggio, indicando le relative azioni volte alla conservazione, valorizzazione, al ripristino o alla creazione di paesaggi.

Il PTPR riconosce il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita della collettività e ne promuove la fruizione informandosi a principi e metodi che assicurino il concorso degli enti locali e l’autonomo apporto delle formazioni sociali, sulla base del principio di sussidiarietà.

Dunque, in ottemperanza della Legge n°241/1990 e s. m. i. la Pubblica Amministrazione nel 2008 avrebbe dovuto informare i cittadini pubblicizzando lo strumento giuridico mediante assemblea pubblica, mostrandone pregi e difetti, coinvolgendoli nella corretta applicazione attraverso la raccolta di osservazioni tecnico-scientifiche come previsto dell’art.15 delle stesse norme del PTPR, o di carattere storico ed ambientalistico che cittadini, storici, studiosi, associazioni portatrici d’interessi collettivi ecc… avrebbero addotto evidenziando eventuali anomalie o lacune.
Questa semplice e doverosa operazione di civiltà e democrazia da parte della Pubblica Amministrazione non fu mai esplicata, ciò nonostante arrivarono presso gli uffici comunali osservazioni tecniche da parte di 5 soggetti, di cui 3 respinte e 2 parzialmente accolte perché chiedevano l’esclusioni dei vincoli di tutela su alcuni canali della bonifica, come da volontà espresse dalla Pubbl. Amm..

Non voglio tediarvi, ma la problematica degli appoderamenti ex ONC balzata alle cronache locali qualche mese fa nasce proprio da questa superficialità dell’Amm. Comunale nel recepire ed applicare le disposizioni legislative, a riprova di quanto sostengo pensate che le Norme Tecniche di Attuazione del PRG prevedono questo all’art. 22:
f) Dovranno essere individuati gli edifici di particolare rilevanza ambientale e storica sui quali gli interventi di restauro dovranno essere a carattere esclusivamente conservativo (la ristrutturazione urbanistica della viabilità generale e degli spazi di sosta individuati e non zonizzazione di P.R.G. .
In sede di strumento attuativo possono essere previsti porticati ai lati delle strade).
Nella zona di Borgo Pasubio, in sede di strumento attuativo e ai fini del risanamento, può essere previsto un incremento pari al 20% della volumetria esistente purché questa non comporti alterazioni delle altezze esistenti e venga realizzata nel fronte interno, non visibile dalla strada.
In particolare per la zona comprendente il mausoleo di Clisippo, il contiguo casale di Mesa, entrambi vincolati ai sensi della legge 1089/1939, e le costruzioni esistenti alle spalle del casale ed in diretto rapporto spaziale con i manufatti storici, è prevista la redazione del Piano di Recupero volto oltre che al recupero dei fabbricati alla riqualificazione funzionale della struttura.
Per i fabbricati vincolati le destinazioni ammissibili dovranno essere compatibili con il vincolo stesso.

Dal 1995 quando entrò in vigore il PRG ad oggi 2012 questo articolo delle NTA non è stato esaurientemente esplicato, a me non risulta esserci, visto che inoltrai richiesta formale per averne una copia senza averne risposta.

Dove sono le associazioni, i partiti politici, dov’è la coscienza la sensibilità civica verso le uniche ricchezze presenti sul territorio cioè l’ambiente naturale e patrimonio storico-architettonico?

“Queste sono le nostre rovine contate in agro….” ha scritto in una poesia il maestro F. Turco, io aggiungo che alle rovine materiali si sommano quelle culturali, portatrici di degrado e declino etico e morale.

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Apr 13, 2012
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Luigi Veca

Non è solo Borgo Pasubio ad essere dimenticato! L’odierna Piazza Pasubio è la punta dell’iceberg di un problema profondo, in sintesi, nel 2008 in relazione all’approvazione e adozione del Piano Territoriale Paesistico Regionale in tutti i comuni del Lazio, strumento tecnico di analisi scientifica del territorio necessario alla corretta conoscenza, pianificazione e gestione dello stesso, il sottoscritto così come richiesto dall’iter procedurale di attuazione del Piano inoltrò pertinenti osservazioni tecniche agli enti competenti e responsabili del procedimento, evidenziando una serie di errori sull’apposizione di vincoli per la tutela e conservazione del patrimonio, di errate perimetrazioni, valutazioni e dimenticanze riguardo la catalogazione dei beni culturali naturali ed artificiali presenti sul nostro territorio, tale lista consta di 28 punti ed è disponibile presso gli uffici comunali, ma come accade spesso nelle pubbliche amministrazioni le indicazioni fornite da cittadini fuori da logiche e condizionamenti partitici non vengono considerate, così furono strumentalmente eluse attraverso una Delibera Consigliare con motivazioni politiche anziché formulare consoni pareri tecnico-scientifici visto che gli argomenti trattati erano e sono multidisciplinari, tant’è che ad oggi nella documentazione normativa e cartografica allegata al PTPR non risulta la reale consistenza del patrimonio pubblico locale, con il rischio di veder scomparire per sempre una cospicua parte dell’unica ricchezza presente in ambito urbano ed extraurbano.

Ecco qui riassunta la problematica pontiniana forse italiana, alle Pubbliche Amministrazioni locali viene presentata l’opportunità d’applicare principi di salvaguardia del territorio mediante nuovi ed evoluti strumenti di conoscenza e regolamentazione, invece per irrazionali interessi e comportamenti le considerano ostacolo ai programmi di partito.

Sarà la mancanza di coscienza civica oppure la scarsa conoscenza delle materie tecnico-legislative a far si che il patrimonio collettivo sparisca di anno in anno? Vista la devastazione dell’ambiente naturale e storico-architettonico perpetrata nel nostro paese forse bisognerà ricominciare da capo, dall’insegnamento di alcune elementari o basiche regole di civiltà e democrazia, esempio dall’art.9 della Costituzione della Repubblica dal quale scaturisce il Codice dei Beni Culturali il D.Lgs. 42/2004 contenente disposizioni per la TUTELA, CONSERVAZIONE e VALORIZZAZIONE del patrimonio culturale, da cui trae origine il P.T.P.R., strumento giuridicamente sovraordinato al PRG e Piani Attuativi locali, i quali secondo prescrizioni devono essere adeguati ed aggiornati alle nuove disposizioni legislative in vigore, questo a Pontinia ed in molti comuni del Lazio non è avvenuto del tutto, chissà per quali oscuri motivi non vengono recepite in toto le disposizioni Governative nazionale e regionali, ignoranza, inefficienza, superficialità?

Contraddizioni ed errori commessi dagli amministratori pubblici sono di fronte agli occhi di tutti,
dovrebbero essere preposti alla corretta gestione, tutela e valorizzazione della ricchezza collettiva, invece si lascia incustodita, cadere in rovina o peggio nelle mani della mera speculazione (la vicenda degli appoderamenti ex ONC è emblematica) poi però gli stessi amministratori approvano progetti sopradimensionati spendendo 3.6 milioni di euro per realizzare due musei per conservare cosa? La memoria storica delle cose che loro stessi per inefficienza o ignoranza hanno cancellato? Conoscete la triste e paradossale vicenda della Torre Idrica di Piazza Roma ed errata valutazione sul patrimonio pubblico snaturandone la funzione sociale, economica e storica? Se desiderate vi fornirò spiegazioni e documentazione di come si investe il denaro in opere bizzarre costose ed inutili.
Poi ci si chiede con stupore perché l’Italia ha un debito pubblico di 1900 miliardi di euro?

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Apr 09, 2012
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Claudio Galeazzi

Non vorrei essere critico nei confronti dell’estensore del presente articolo, ma credo che essendo giovane, non possa avere la memoria storica di come sia stato inglobato in Pontinia il Borgo Pasubio, che fino agli anni ’80 conservava la sua toponomastica e la sua identità, spazzata via in quel tempo dalla volontà iconoclastica di un sindaco e dallo scempio attuato da coloro (tecnici e politici) che dovevano mantenerne l’identità, come lo è stato per il Centro urbano, salvaguardato con atto consiliare del 1981.
Sono stati posti e ripristinati i codici QR-CODE, ma sono stati gettati in un magazzino le gigantografie di Borgo Pasubio e di Pontinia, che illustravano visibilmente come erano gli edifici storici. L’unico che si è salvato si trova nella scuola don Milani, grazie alla intelligenza della D.S. Bilancia, che ha voluto metterlo nell’aula magna.
L’estensore dell’articolo scrive: “Questi i fatti che ad una più attenta riflessione sono conseguenza di una forte miopia culturale e storica. Vale la pena ricordare, come chiaramente dimostrato nella fotografia seguente, che il centro urbano di Pontinia, prima del recente ampliamento della perimetrazione, già iniziava da borgo Pasubio dove lo stesso, per altro, non veniva neanche citato nella cartellonistica senza che nessuno se ne fosse mai accorto prima di oggi oppure se ne fosse in qualche modo preoccupato più di tanto”. Devo sottolineare che quando furono tolti i cartelli “Borgo Pasubio” per rimpiazzarli con quelli “Pontinia”, ci fu da parte dei cosiddetti “abitanti indignati di borgo Pasubio” una richiesta esplicita di mantenerne l’identità, anche con la raccolta di firme (non solo dei “Borghigiani”) presentata all’allora Sindaco Medici”: i distruttori quindi non furono i Borghigiani, ma coloro che permisero lo scempio di cui si fa accennto nell’articolo.
Aldilà di ogni polemica, la memoria storica è l’anima di ogni comunità: “L’uomo respira nella storia ed è tutt’uno con essa, e che se per un istante, per un solo istante, ne fosse tratto fuori, morrebbe esso e il mondo tutto, che tutto nella sua realtà è storia in moto” (B. Croce).
Claudio Galeazzi

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Apr 10, 2012
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Antonio Rossi

Grazie Claudio per il prezioso contributo che costituisce l’anello mancante della vicenda restituendo una visione più completa ed autentica delle vicende del nostro territorio confortata proprio dalla memoria, dallo studio e dalla passione di chi come te tanto si è dedicato a promuovere, scoprire e conservare la storia di Pontinia. Ricordiamo come i pannelli informativi del QR-CODE sono stati ripristinati per iniziativa ed a spese di pontiniaweb mentre per le gigantografie di borgo Pasubio cui fai riferimento penso siano un eccezionale vettore per divulgare la storia del nostro territorio ed un bel gesto sarebbe di esporle, ad esempio, in occasione della ricorrenza della fondazione del povero borgo Pausbio dedicando almeno un momento di attenzione e di “gloria” al piccolo borgo per mantenere viva l’identità supersiste.

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Apr 17, 2012
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Antonio Rossi

Grazie Claudio per il prezioso contributo che costituisce l’anello mancante della vicenda restituendo una visione più completa ed autentica delle vicende del nostro territorio confortata proprio dalla memoria, dallo studio e dalla passione di chi come te tanto si è dedicato a promuovere, scoprire e conservare la storia di Pontinia. Ricordiamo come i pannelli informativi del QR-CODE sono stati ripristinati per iniziativa ed a spese di pontiniaweb mentre per le gigantografie di borgo Pasubio cui fai riferimento penso siano un eccezionale vettore per divulgare la storia del nostro territorio ed un bel gesto sarebbe di esporle, ad esempio, in occasione della ricorrenza della fondazione del povero borgo Pausbio dedicando almeno un momento di attenzione e di “gloria” al piccolo borgo per mantenere viva l’identità superstite.

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