L’idea della cordigliera frangivento nel 1800

Cordigliera frangivento

Cordigliera frangivento

Gli autori del portale pontiniaweb.it hanno scovato in una rivista di arte, scienza e letteratura americana del 1869 (Appletton’s journal of science, literature and art) sun articolo circa l’influenza degli alberi sul territorio con una interessante citazione delle paludi pontine che tanto hanno affascinato i viaggiatori del “grand tour” e gli scienziati e naturalisti di quell’epoca. Di seguito riportiamo il testo originale e al relativa traduzione (svolta con il traduttore di Google)

 

“Il signor Becquerel, in una relazione sull’influenza delle foreste sugli elementi, sostiene che: c’è un azione che tutta la vegetazione, di qualunque natura essa sia, esercita, e che è la protezione del suolo su cui cresce da rimozione forzata da parte alluvioni. La traversata radici della terra in tutte le direzioni, e si legano insieme, mentre i rami spezzare la forza della pioggia mentre cade. Non appena un lato collina tolti boschi, il ruscello letti sono segnati sempre di più, e il terreno è a poco a poco innaffiato, lasciando le rocce nude. Le radici degli alberi hanno, inoltre, la tendenza a facilitare la percolazione delle acque nel sottosuolo, e quindi a prevenire l’accumulo in superficie, e la conseguente produzione di paludi, come si sono formati in alcune parti della Francia ai tempi storici . Vi è un altro effetto benefico prodotto da alberi, quella di impedire il movimento dell’aria e, quindi, che offra riparo dal vento. Questa azione è, ovviamente, limitati, a seconda dell’altezza degli alberi e la direzione del moto del vento. Se questa direzione sia orizzontale il riparo offerto è molto rilevante, come è stato notato in Provenza che una siepe di due metri in altezza di una ripari 22 metri di spazio in larghezza per gli effetti del “Mistral”. Infine, gli alberi hanno un deciso influsso sulla salute, a proteggere un quartiere da esalazioni malsane. Si trova lungo il bordo delle paludi pontine che l’esistenza di una cintura di legno è sufficiente ad assicurare l’immunità dalla malaria ai contadini che vivono dietro. Questi, dunque, l’arco degli effetti più evidenti benefici sul clima della presenza delle foreste in un paese. Per quanto riguarda l’influenza diretta della vegetazione sulla temperatura e il clima in generale, l’autore dà le note di alcuni esperimenti che ha fatto crescere sugli alberi, al fine di determinare la loro temperatura e quella dell’aria circostante in momenti diversi della giornata. I risultati sembrano indicare che gli alberi si comportano come se fossero corpi morti o inorganiche, ricevendo calore da fonti esterne e radianti a oggetti circostanti. Il calore sviluppato nel processo di crescita è risultato essere abbastanza inapprezzabile per mezzo degli strumenti utilizzati, mentre l’influenza di raffreddamento di solito assegnati al fogliame, a causa della costante evaporazione in corso dalla sua superficie, ha dimostrato di essere infondata. Tuttavia, questa parte della carta è abbastanza incompleta, come M. Becquerel si riserva il conto esatto della sua indagine per un saggio futuro. Egli nega chiaramente la verità del cambiamento di clima che avrebbero avuto luogo in diversi paesi, e attribuito alla radura della terra, senza, come sembra, indagando a fondo la questione.”

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